SARDEGNA 


PORTO FLAVIA

A picco sul mare della costa del Sud Sardegna, Porto Flavia è una spettacolare struttura portuale che fu al servizio dei minatori per l’imbarco del materiale estratto nelle miniere dell’area.
La realizzazione dell progetto, firmato dal veneziano Cersare Vecelli che lo chiamò come la sua primogenita, previde che all’interno della montagna si scavassero due gallerie sovrapposte: quella più in alto era usata per lo scarico dei materiali provenienti dalle miniere che venivano poi indirizzati alla seconda tramite un nastro trasportatore all’occorrenza estratto per far finire il materiale direttamente sulle navi ancorate alla fonda.
Costruito nel 1924, il porto fu dismesso negli anni Sessanta ed offre oggi il suo fascino agli occhi dei visitatori.

 

PUNTA S’ARENA GONNESA e il PAN DI ZUCCHERO

Camminando lungo la dorata spiaggia di Punta S’Arena Gonnesa e tuffando lo sguardo nel turchino mare del Sud Sardegna compare, un po’ in lontananza il “Concali su Terràinu”, quello che coi suoi 133 metri d’altezza è, probabilmente, il faraglione più alto del Mediterraneo.
Il faraglione prende il suo soprannome dal Pão de Açúcar, un colle nei pressi di Rio de Janeiro che sorge al termine di una lingua di terra che si estende nell’oceano.

 

CASTELLO DI ACQUAFREDDA DI SILIQUA 

A 30 km da Cagliari, presso Siliqua, il Castello di Acquafredda domina la valle del Cixerri dall’alto di un colle di origine vulcanica. La zona del “Domo Andesitico di Acquafredda” è stata nominata Monumento Naturale per gli aspetti storici, paesaggistici, geologici e di flora e fauna. Qui è possibile passare una giornata diversa dal solito, all’insegna di incantevoli passeggiate, per poi addentrarsi nella zona boschiva, magari per un pin nic, ai piedi del castello.
Nonostante sia molto probabilmente più antica, si narra che la fortificazione medievale fosse stata fatta erigere niente meno che dal dantesco Conte Ugolino Della Gherardesca il quale ne divenne proprietario dopo il 1257, dopo la fine del Giudicato di Caliari. 
Acquafredda serviva, allora, da baluardo per la difesa della città mineraria, ricca in argento, zinco e piombo che portò tante ricchezze a Pisa, di cui il Conte era originario e dove morì, dopo esser caduto in disgrazia, nella celebre “Torre della Fame” nel 1288.
Il castello dunque passò prima dalle mani degli Aragonesi e poi in quelle di svariati feudatari sardi fino al riscatto, nel 1785, da parte del re di Sardegna Vittorio Amedeo III di Savoia. 

 

CASTELLO DI SALVATERRA

Sorto con nome di San Guantino nella seconda metà del XIII secolo per volere, si dice, del Conte Ugolino della Gherardesca - pisano noto ai più per la sua comparsa nell’Inferno dantesco -, questo baluardo medievale divenne noto col nome di Salvaterra a partire dal 1324, quando la Sardegna fu nominata feudo di Aragona da Papa Bonifacio VIII.
Allora il castello passò dall’essere una mera fortificazione di sorveglianza per la città di Iglesias, che domina dall’alto di un colle, e i suoi dintorni allo status di castello reale. Oggi il suo cortile interno è spesso teatro di concerti e manifestazioni culturali.
La sua posizione di vantaggio su una collina era perfetta per mantenere il controllo anche con soli pochi uomini. Tanto che nel 1390 bastarono un castellano, due cavalieri e una ventina fra guardie, corte e servitù per dare filo da torcere al numeroso esercito del giudice di Arborea Brancaleone Doria che attaccava la città.
Una curiosità: quando Salvaterra faceva parte della Repubblica di Pisa era un nodo per lo scambio di informazioni che avveniva grazie all’accensione di fuochi in una rete che collegava San Guantino (Villa di Chiesa), Gioiosaguardia (Villamassargia), Acquafredda (Siliqua) e Castel di Castro e San Michele (Cagliari).

Porto Flavia

TRENTINO ALTO ADIGE

 

CASCATA DELL’HOFENTÒL

Arrivati a Guardia, il “paese dipinto”, cosiddetto per i caratteristici murales che decorano le sue case, e proseguendo a piedi lungo il sentiero che attraverso la foresta di Gon conduce a Folgaria, in pochi minuti ci si ritrova di fronte all’incantevole gioco d’acqua della Cascata dell’Hofentòl.
Totalmente immersa nei boschi, essa è raggiungibile in ogni stagione, ma secondo noi è d’inverno, quando il sole con gentilezza ne illumina i ghiacci, che sa offrire il miglior spettacolo di sé.
 

CASTEL BESENO

Castel Beseno è la più grande struttura fortificata del Trentino Alto Adige. Dalla sommità del colle su cui sorge esso domina, letteralmente con un colpo d’occhio, tutta la Vallagarina per regalarci sempre un panorama mozzafiato.
Dietro le porte imponenti e i forti bastioni del castello si aprono deliziosi cortili, scorci incantevoli di vita passata, ricolma di clamore, racconti e battaglie storiche, come quella di Calliano nel 1487, quando i trentini annichilirono le forze veneziane.
Nonostante molte traversie e l’incuria passati, oggi Castel Beseno rappresenta uno dei migliori recuperi in Trentino, è sede distaccata del Museo del Castello del Buonconsiglio ed è il prezioso teatro per un’ampia varietà di eventi, mostre, spettacoli e rievocazioni storiche.

 

RIVA DEL GARDA, SENTIERO DELLA PONALE

Il sentiero della Ponale nella porzione trentina del Lago di Garda, collega Riva del Garda alla Valle di Ledro attraverso un incantevole percorso, adatto sia al trekking che alla bicicletta, che costeggia il Monte Rocchetta.
Arrivati ad un bivio nei pressi della cascata del Ponale, potrete decidere se proseguire fino a Pergasina in un percorso di circa 14 km (andata e ritorno) oppure spingervi fino alla Valle di Ledro.
In ogni caso, il percorso vi farà raggiungere gallerie scavate nella grotta, cascate e vecchie postazioni di guerra regalando allo sguardo un panorama e degli scorci mozzafiato sul lago e i monti intorno.

 

TORBOLE, SENTIERO PANORAMICO BUSATTE TEMPESTA

I 4 km di trekking a ridosso delle montagne tra Busatte e Tempesta, due frazioni di Torbole (TN), sono tra i più incantevoli ed affascinanti di tutta la zona trentina del Lago di Garda.
Anche se l’inizio ufficiale del percorso si trova a Busatte, dove avrete anche la possibilità di parcheggiare l’auto, il sentiero è abbastanza semplice e percorribile in entrambe le direzioni. Non potrete comunque portare con voi dei passeggini, in quanto una delle particolarità della via sono le scalinate in ferro che si inerpicano sulla roccia nuda oltre le cime degli alberi e a strapiombo sul lago regalando panorami mozzafiato.
Tra una scalinata e l’altra (per un totale di circa 400 gradini) il sentiero si tuffa nella vegetazione rigogliosa dei monti che fanno da cornice al Benaco. A tratti, oltre agli alberi e a qualche animaletto che vi attraverserà la strada, potrete ammirare anche l’effetto che i ghiacci ebbero nel ritirarsi quando si sciolsero a formare il lago. Molti sono, infatti, i detriti rocciosi che vi troverete a calpestare, ma che vi daranno anche l’occasione per fermarvi a contemplare e respirare la natura intorno, mentre magari li impilerete uno sull’altro come è spesso d’uso in zone di montagna.

Castel Beseno

FRIULI VENEZIA GIULIA

 

PALMANOVA

Fondata ufficialmente il 7 Ottobre del 1593, giorno dedicato alla sua protettrice Santa Giustina, la città-fortezza di Palmanova fu disegnata per conto della Serenissima da una equipe di ingegneri ed architetti militari tra cui Giulio Savorgnan, il progettista principale.
La forma di stella a nove punte della sua planimetria è iconica, ma pochi sanno che la lunghezza delle fortificazioni, così come il numero dei bastioni, furono stabiliti in base alla gittata dei cannoni del tempo. Palmanova era anzitutto un presidio militare e fu voluta da Venezia con il preciso scopo di proteggere il territorio che si estende tra Aquileia e Udine dalla minaccia asburgica e dalle incursioni degli Ottomani. Nonostante questo, la città cadde prima in mano austriaca e poi francese: fu Napoleone a far erigere la terza cerchia di fortificazioni. La storia la rimise in mani asburgiche a inizio 800, ma poco dopo i valori risorgimentali ebbero la meglio quando i cittadini si sollevarono e la riconquistarono per sé e per farla diventare una gemma tra le fortificazioni italiane.Dal 2017 Palmanova è Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

 

RISERVA NATURALE DI DOBERDÒ 

La riserva naturale di Doberò e Pietrarossa è un luogo incantevole e molto particolare in cui il panorama brullo della roccia carsica viene interrotto dal tripudio naturale generato dalle acque di due laghi inseriti nelle “polje”, ovvero due grandi depressioni carsiche che li lasciano eccezionalmente fluire in superficie. Grazie a questa anomala conformazione, la già ampia popolazione faunistica del Carso si arricchisce di specie protette ed importanti per l’intero ecosistema.
Simbolo della riserva è il riccio orientale che trova in questo luogo incantevole il limite ultimo di diffusione nella parte occidentale del Continente Europeo.

 

PARCO TEMATICO DELLA GRANDE GUERRA - MONFALCONE

Nella “città dei cantieri” friulana c’è un parco dedicato alla Grande Guerra e alle sue trincee. Impiegate dal 1915 al 1917, esse sono ancora oggi visitabili e percorribili in un’ampia area che sovrasta la cittadina.
I tre itinerari proposti e ben evidenziati si snodano su tre ambiti ognuno con delle proprie peculiarità. Postazioni d’artiglieria, grotte naturali, trinceramenti profondi e sinuosi nella roccia portano alla quota 85, dove si apre un’area monumentale dedicata al bersagliere Enrico Toti.
Il parco abita un contesto naturalistico molto più ampio in cui è possibile immergersi nell’affasciante paesaggio carsico percorrendo molteplici piste e sentieri.

 

RISERVA NATURALE DELLA VALLE CAVANATA

In località Fossalon, a Grado, nella provincia di Gorizia si stendono i 341 ettari tra terraferma e mare della riserva naturale della Valle Cavanata. Il luogo fu un tempo utilizzato come valle da pesca ma è oggi posto sotto tutela ambientale per l’incredibile ricchezza floreale e faunistica che presenta.
Laguna, spiagge, boschi, prati, stagni… alla riserva non mancano certo gli ambienti per ospitare un’ampissima gamma di specie viventi. Tra queste, sono state avvistate ben 260 specie di uccelli, tra cui intere colonie di bellissimi fenicotteri rosa che si fondono coi tramonti della laguna in un turbinio di colore. 
Appositi percorsi pedonali e ciclabili vi condurranno ad appositi osservatori da cui mirare gli uccelli che qui nidificano, si riposano durante la migrazione o scelgono il posto per passare l’inverno. 
Presso il Centro Visite della Riserva potrete trovare preziose informazioni, affittare una bici e i servizi che lo rendono il perfetto campo base da cui partire per la vostra escursione. 

Riserva Naturale di Doberò

VENETO

 

FIUME ARIL

Il panorama e gli scorci suggestivi di Cassone (Malcesine, Verona) sulla sponda nord-orientale del Lago di Garda offrono al visitatore una perla davvero curiosa: la località lacustre è, infatti, attraversata dal Fiume Aril, noto come il fiume più corto d’Italia.
Il “Ri”, come è meglio conosciuto dagli abitanti di Cassone, nasce da una polla nel cuore del piccolo centro abitato per poi scorrere per 175 metri, dopo esser stato attraversato da ben tre ponti e aver formato una piccola cascata, fino ad immettersi nel Lago di Garda.
Nonostante il cartello apposto lo identifichi come il “più corto del mondo”, sarebbe più corretto dire che l’Aril è il più breve d’Italia in quanto  il record mondiale appartiene ai 27 metri di lunghezza del fiume Reprua in Georgia.

 

MADONNA DELLA CORONA

Il Santuario della Madonna della Corona è una gemma incastonata nelle rocce del Monte Baldo: 774 metri d’altezza a strapiombo sulla Valle dell’Adige.
Il sito, abitato dagli eremiti fin dall’anno Mille è meta di pellegrinaggio di chiunque voglia meditare e mettersi in contatto con lo Spirito già dal Medioevo quando vennero eretti una chiesetta ed un monastero.
Un tempo il luogo era accessibile solo a piedi tramite uno stretto e tortuoso passaggio tra le rocce, ora il Santuario è raggiungibile tramite un paio di lunghe scalinate percorse ogni anno dagli amanti del silenzio, dell’ambiente e della meditazione. Arrivare in cima non è facilissimo, ma il panorama e l’ambiente intorno sapranno ripagarvi di ogni passo.

 

PORTO TOLLE, SACCA DEGLI SCARDOVARI

A pochi km da Porto Tolle, si ergono su palafitte nel Delta del Po le casette dei pescatori di vongole e cozze della Sacca degli Scardovari. Tutt’intorno è un tripudio di natura solo apparentemente placida, perché impegnata in un continuo, sapiente, mutamento, grazie all’apporto dei sedimenti del Grande Fiume. 
Qui potrete fare escursioni in barca alla scoperta dei colori di un fiume che si getta in mare o salire in bicicletta e, lungo un percorso di circa 18 km, muovervi in panorami mozzafiato in cui l’acqua e la terra si incontrano. Ma indipendentemente dal mezzo che sceglierete per visitare la zona, vi suggeriamo di fermarvi fino a sera per godere di uno dei più bei tramonti del Veneto.

 

MONTGNANA 

Sebbene la città abbia origine in un castrum romano, le mura che circondano Montagnana (Padova) risalgono per lo più all’epoca trecentesca. Esse, oltre a conferire un’affascinante aura di magia al centro abitato, sono uno dei più riconosciuti e meglio conservati esempi di architettura militare in Europa. 
Attorno alle mura è ancora oggi molto ben visibile il letto verde del fossato che le circondava come ulteriore difesa dal nemico. Tutt’intorno, la zona era coperta da paludi intransitabili o territori inondabili in caso di conflitto che rendevano di fatto Montagnana l’unica via accessibile da Padova verso l’occidente. Come si può immaginare, la fortezza era imprendibile, tanto che fino all'avvento delle grosse bocche da fuoco, intorno al XVI secolo, non fu mai espugnata militarmente.
Oggi Montagnana è una città culturalmente vivissima, sempre impegnata in eventi quali il Palio dei 10 Comuni, le fiere agricole, i festival primaverili e le sagre, tra cui vi segnaliamo quella del 15 Agosto dedicata alla patrona della città, Santa Maria Assunta. Ma chiunque venga attirato da questi eventi, una volta entrato nelle cinta murarie non potrà che venir rapito dalle bellezze architettoniche di cui Montagnana è costellata (vi diamo qualche idea: il Duomo, i palazzi e gli edifici rinascimentali, la sorprendente rocca degli Alberi, il Castello di San Zeno…).


VERONA 

"Non esiste mondo fuori dalle mura di Verona, ma solo purgatorio, tormento, inferno. Chi è bandito da qui è bandito dal mondo, e l'esilio dal mondo è la morte."
William Shakespeare, Romeo e Giulietta - Atto III, Scena III
Verona è calore, Verona è storia, cultura, amore. È un racconto fattosi città, pieno di scorci di vita frenetica e momenti di contemplazione quando ci si prende un attimo per alzare gli occhi dalla strada e il tramonto arrossisce sugli edifici storici e scappa ad infilarsi sotto gli archi dell’Arena.
Non possiamo qui farvi l’elenco delle bellezze di questa città: sono troppe. Ma vi invitiamo a venirla a visitare con la certezza che anche voi ve ne innamorerete.

Verona

 

 

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